Cronaca

Discarica Bussi, accolta istanza ricusazione giudice Assise

La Corte d'Appello dell'Aquila ha accolto l'istanza di ricusazione presentata dalle difese nei confronti del presidente della Corte d'Assise di Chieti Geremia Spiniello, dove è in corso il processo sulla megadiscarica di veleni della Montedison di Bussi sul Tirino.

Spiniello in un'intervista aveva dichiarato che la Corte avrebbe 'reso giustizia al territorio', cosa che secondo i legali della Montedison preordinava un giudizio di colpevolezza in merito sul processo.

La decisione della Corte d'Appello è arrivata dopo due giorni di camera di consiglio, tempi che si sono allungati per problemi personali di un giudice.

Secondo quanto avrebbe disposto la Corte, sarebbero state fatte salve tutte le attività del processo in corso a Chieti fino al 28 marzo scorso. Venerdì scorso si era svolta l'udienza con le requisitorie dei Pm Anna Rita Mantini e Giuseppe Bellelli: dovrebbe quindi essere deciso dalle parti e dal nuovo presidente del Collegio in Assise, Camillo Romandini, se confermare nel processo la requisitoria già svolta o procedere ad una nuova udienza con i Pm, che a quel punto dovrebbero rifare da capo il loro intervento.

Il nuovo presidente dell'Assise dovrebbe debuttare domani nell'udienza già stabilita del processo, ma è probabile che venga disegnato un nuovo calendario.

La Corte d'Appello, nell'esaminare la frase del presidente della Corte d'Assise di Chieti Geremia Spiniello del processo per la megadiscarica dei veleni della Montedison di Bussi sul Tirino (Pescara), ritiene che «Spiniello abbia manifestato fuori dalle funzioni esercitate, un 'parere' sull'esito del procedimento».

La frase incriminata, espressa durante una intervista, recita così: «umanamente nessuna idea» sul processo, «perchè non abbiamo ancora guardato gli atti, però sicuramente è un processo importante, noi daremo giustizia al territorio». Per i giudici aquilani quindi «i timori degli imputati circa la sussistenza dei requisiti di terzietà e di imparzialità del presidente Spiniello sono oggettivamente giustificati, poichè essi non si fondano su meri sospetti, ma sul dato oggettivo rappresentato da una espressione che, indipendentemente da quale sia stato il concetto che il giudice ha inteso esprimere, legittima il venir meno negli imputati della fiducia sul fatto che nel processo in corso il valore d'imparzialità rimanga soddisfatto, nonchè il loro convincimento circa l'ineludibilità di un esito sfavorevole».

Ma la Corte d'Appello aquilana che ha accolto il ricorso dei 19 imputati, tra i quali i vertici della Montedison, ha anche sottolineato che è proprio il tipo di processo, su temi ambientali e e territoriali, a dare ragione ai ricorrenti perchè sono molte infatti le associazioni che si sono costituite parte civile e la frase incriminata «implicherebbe un riferimento all'esito del processo, nella direzione del soddisfacimento delle esigenze sottese alle richieste delle parti civili». Quindi la ricusazione «è ragionevolmente sostenibile». «No daremo giustizia al territorio», quindi è stato interpretato come «una possibile e per ciò solo inaccettabile motivazione finalistica della successiva lettura e interpretazione degli atti processuali».