Politica

Don Chisciotte scrive a Renzi

Signore mio, la povera gente piange sempre miseria. D’altra parte cosa potrebbe fare di diverso? La situazione economica del Paese è grave. Sintomi di ripresa della produttività non si notano. L’Europa ha messo addosso al Paese quel tappo del 3% che ci schiaccia sempre più verso il basso e non ci permette di muovere una paglia. La gente non lavora e, di conseguenza, non spende e non paga le tasse. L’economia appare sempre più asfittica. I servizi non funzionano. Cosa ci aspetta ancora?

Mia cara vedova, cerchiamo di non essere catastrofici. Non facciamo di tutta l’erba un fascio. Chi l’ha detto che i servizi non funzionano? Guarda le poste! Nel giro di pochissime ore hanno recapitato a Renzi, a Roma, alla presidenza del Consiglio dei Ministri, una missiva scritta dal massimo Don Chisciotte del Comune dell’Aquila. Ha fatto prima la lettera ad arrivare alla presidenza che Renzi a sedersi sulla poltrona di Primo Ministro.

Signore, non ci credo, neppure se lo potessi verificare di persona. È assurda una notizia del genere.

Signora mia, ho notato da tempo che la vedovanza ha finito con l’accentuare la tua scetticità. Appare sempre più difficile farti rendere conto della realtà dei fatti. È vero che “[i]Nemo potest omnia scire[/i]”, ossia, “nessuno può sapere tutto”. Perciò, non pretendo che tu possa conoscere ogni cosa. In questo caso, per farti rendere conto e toccare con mano la realtà, non è necessario che tu vada fino a Roma per controllare. Basta andare alla casa comunale per prendere nota della risposta, giunta in tempo reale, del sottosegretario Delrio, che ha detto categoricamente che il tappo del 3% non si solleva neppure di un millimetro.

Mio adorato Signore, allora è proprio vero che le poste funzionano solamente a certi livelli. A casa mia non arriva neppure una cartolina. Eppure, mi hanno detto all’ufficio della ricostruzione che mi hanno spedito una lettera quattro anni fa per dirmi che era stato approvato il progetto di ristrutturazione di casa mia. Non è mai arrivata. Forse il postino non mi ha trovato a casa. Può anche darsi. Nella zona rossa, infatti, non c’è proprio nessuno. Solo i ladri girano liberamente e la fanno da padroni. Vuoi vedere che hanno ritirato la mia lettera e si sono impossessati pure del finanziamento per eseguire i lavori. Speriamo proprio di no. Però, adesso che ci penso bene, forse, avete ragione, perché proprio questa mattina ho sentito dire ad alta voce che Delrio è stato dichiarato “nemico dell’Aquila”.

Carissima, vedo che cominci a ragionare. Non si sono neppure insediati nella sede del Governo che già si grida al nemico dell’Aquila. Secondo te, quando Renzi leggerà la missiva del massimo Don Chisciotte come si comporterà?

Mio Signore, questa è proprio una bella domanda. Il Premier, però, una mezza risposta l’ha già fornita attraverso il suo “alter ego”. Comunque, quando arriverà quella dell’"ego" saranno dolori, se non guai seri. Si potrebbe verificare che si chiudano i rapporti diplomatici con L’Aquila, forse anche quelli economici. Altro che ricostruzione del centro storico! Altro che tassa di scopo!

Mia cara, l’amico Cicerone ha detto che “[i]Gloria virtutem tanquam umbra sequitur[/i]”, ovvero, “La gloria (o la lode) segue la virtù come sua ombra”. Leggi, medita e concludi nella giusta maniera. Ti posso dare una mano per farti risparmiare tempo. Nella tua città la gloria è andata a farsi benedire. Di lode ne ha parlato fin troppo Don Chisciotte. Si è attribuito anche le lodi di un popolo che non esiste e, sembrerebbe, che lo abbia acclamato in silenzio per farlo tornare in sella. A L’Aquila, a parte le ombre gettate sulla città da una infinita serie di inutili polemiche, non brilla più il sole e si sono spente tutte le luci, perciò non esistono neppure le ombre delle sognate lodi e nemmeno quelle della vanagloria.

Signore mio, vorrei chiedervi un favore. Richiamate pure la mia anima accanto a voi e fatemi abbandonare subito questo luogo pieno di intrighi, di accordi trasversali, di frecciate trasversali, che fanno più male all’anima che al corpo. E così sia.