Attualità

Porta Barete, addio

di Antonella Calcagni

Porta Barete, addio. Tanto rumore per nulla. Dopo fiumi di polemiche, un paio di assemblee pubbliche e la nascita di un comitato spontaneo, dell’ambizioso progetto di riqualificazione della porta nascosta, promosso da Monsignor Antonini, probabilmente non si farà nulla.

Se è vero che la Soprintendenza ha localizzato i resti dell’antico ingresso solo la scorsa settimana, è altrettanto vero che non ha comunicato ancora nulla di ufficiale all’assessore alle Opere, Pubbliche, Alfredo Moroni.

«Non ho ricevuto alcuna relazione da parte della Soprintendenza – ha spiegato Moroni – inoltre non si tratta di una decisione che posso prendere da solo. C’è peraltro da considerare che in questo periodo la ditta che sta effettuando gli interventi ha già realizzato metà del muro di contenimento della scarpata di Via Roma. Chiederle di tornare indietro ci costringerebbe a sborsare denaro in più e ci esporrebbe a possibili problemi con la Corte dei conti. Non sarebbe facile giustificare costi aggiuntivi».

Insomma, Moroni non lo dice, ma è chiaro che i tempi lumaca della soprintendenza sembrano aver provocato il raggiungimento del punto di non ritorno. Nei prossimi giorni intanto il cantiere archeologico sarà impiantato.

I condomini del civico 207 di via Roma comunque continuano ad essere preoccupati. Ad impedire il coronamento del loro sogno della ricostruzione dell’immobile com’era dov’era, potrebbe non essere più il Comune dell’Aquila, ma la stessa soprintendenza archeologica che potrebbe decidere di apporre un vincolo archeologico sull’area.

Se ciò dovesse accadere sarebbe difficile ricostruire il palazzo dov’era ossia proprio in corrispondenza dell’antiporta e della piazza rinvenute la scorsa settimana. L’amministrazione comunale assumerebbe così un ruolo marginale in tutta la vicenda.