Attualità

Venti giorni per riportare Cialente a casa

di Antonella Calcagni

L’”effetto Lazzaro”, ossia il ritorno del sindaco Massimo Cialente in municipio, potrebbe essere determinato da 3 o 4 fattori: la testa del ministro Trigilia, ulteriori soldi per la ricostruzione e quindi la mobilitazione della città tesa a dimostrare che è con il sindaco Cialente e vuole combattere per la ricostruzione.

Infine il sostegno del Pd: Renzi e Letta, in occasione degli incontri previsti per domani mattina, con la direzione nazionale Pd, e mercoledì con il premier, devono dimostrare da che parte stare. Certo, non si può dire che Cialente ultimamente sia stato molto gentile con Letta, chissà se il premier riuscirà a soprassedere.

«Non è giusto soccombere a causa della maldicenza», dice la senatrice Pezzopane. L’Aquila, così, prova a mobilitarsi, con la regia del centrosinistra, per chiedere che il sindaco dimissionario Massimo Cialente, resti. Una grande manifestazione è prevista per venerdì 17 gennaio, dalle 17.30 in poi, il luogo è ancora da individuare.

Mentre il centrosinistra chiede compatto a Massimo Cialente di restare in municipio, il ministro Carlo Trigilia, come in una sorta di duello-mediatico, alza il tiro sulla stampa nazionale contro il primo cittadino sostenendo che «il governo non è un bancomat del sindaco».

In questo modo il ministro della Repubblica intende giustificare la decisione della nomina, fatta con un decreto, il 23 dicembre scorso, di sette saggi compresa la rettrice dell’università dell’Aquila (pagati con 35 mila euro) per pianificare la visione strategica della città, in sostanza porre le basi per una nuova pianificazione, che invece per legge lo Stato attribuisce solo ai Comuni.

Trigila sembra ormai essere diventato il nemico numero uno della crociata del centrosinistra e del sindaco Cialente. La senatrice Stefania Pezzopane, solitamente sempre molto diplomatica, lo ha paragonato ad uno «sciacallo» per aver parlato contro la città sulla scia dell’inchiesta.

«Per me può anche continuare a fare il ministro, ma chiediamo che la materia ricostruzione dell’Aquila torni in capo alla Presidenza del consiglio dei ministri», ha spiegato la senatrice che, alla fine del suo lungo intervento, ha incassato l’ovazione dei presenti e non ha potuto trattenere le lacrime.

Anche il consiglio comunale, compatto, ha chiesto attraverso il vice presidente comunale, Ermanno Giorgi un incontro con il governo. Dal canto proprio il segretario generale, Carlo Pizzorollo, ha inviato stamane la comunicazione di dimissione del sindaco al Ministero e al Prefetto; il prossimo passo sarà la convocazione di un consiglio comunale per l’informativa del sindaco sulle dimissioni, così come previsto dalla legge.

Per il segretario comunale la decorrenza dei 20 giorni alla fine dei quali Cialente può revocare le dimissioni, potrebbe avere inizio proprio dall’informativa al consiglio e non dal momento del deposito delle dimissioni (sabato scorso). «Parleremo con i cittadini attraverso forme assembleari – ha spiegato il vice sindaco incaricato, Betty Leone. Il nostro problema non è giocare al toto sindaco, se la città finirà nelle mani del commissario i cantieri si fermeranno. Tutti insieme chiediamo a Massimo di restare».

«Ci stiamo giocando l’onorabilità dell’Aquila – ha aggiunto la senatrice Stefania Pezzopane – Oggi un ministro sulla stampa nazionale ripropone affermazioni incompetenti. È indubbio che quella dell’inchiesta, che non tocca il sindaco in alcun modo, è una brutta storia, ma il consiglio e la giunta non possono essere appannati. Nel centro destra dopo gli arresti nessuno ha osato chiedere le dimissioni di Chiodi o di Del corvo. L’inchiesta è stata usata come cavallo di Troia per denigrare la nostra città. Il centrosinistra chiede a Massimo di restare, se ciò non dovesse accadere andrebbe a testa alta per governare di nuovo il capoluogo».

La Pezzopane ha ribadito il timore di un «disegno occulto teso a mettere le mani sulla città. Cialente è la vittima di un gioco al massacro. Su di lui è stato utilizzato il metodo Boffo, attivando la macchina del fango contro la sua famiglia».