Attualità

La pasta all’amatriciana è una ricetta abruzzese

di Giovanni Baiocchetti

All’inizio era “gricia”: spaghetti, guanciale e pecorino, una ricetta semplice e veloce da realizzare, di chiara origine pastorale. Secondo alcuni, tale nome deriva da Grisciano, piccola frazione di Accumoli, vicino Amatrice.

E’ solo dopo il 1800 che nell’Apicio Moderno, un’opera del 1790 del romano Francesco Leonardi, troviamo l’aggiunta del pomodoro, che ovviamente non sarebbe potuta esistere prima che Cristoforo Colombo, con la scoperta dell’America, introducesse il pomodoro in Italia e prima che quest’ultimo venisse adoperato come condimento; da questo momento in poi viene chiamata amatriciana (o matriciana). Sul modo corretto con cui denominare questo gustoso piatto possiamo dire che sicuramente la prima delle due definizioni date sopra viene dal nome della città in cui nasce questo tipo di pasta, Amatrice; ma la transumanza di questi pastori verso la campagna romana, favorì la trasmissione della loro tradizione gastronomica, e l’amatriciana diventò ben presto “matriciana” nella parlata romana, a causa dell’aferesi tipica di questo dialetto (un fenomeno linguistico che consiste nella caduta di una vocale o di una sillaba all'inizio di parola).

Ciò che ci preme sottolineare è come, benché Amatrice sia attualmente un comune del Lazio, la ricetta debba essere considerata abruzzese. La tesi è avvalorata da diversi gastronomi e scrittori di fama internazionale come Pellegrino Artusi, Luigi Carnicina, Luigi Veronelli, Vincenzo Buonassisi, Luigi Volpicelli e Giorgio Gosetti. Secondo quest’ultimo, «La cittadina, in origine parte del dipartimento dell'Abruzzo Ultra del Regno delle due Sicilie, nel 1861 venne a far parte della regione degli Abruzzi del Regno d'Italia, e fu finalmente annessa al Lazio nel 1927, in occasione della creazione della Provincia di Rieti. L'Amatriciana sarebbe quindi - a rigor di logica - un piatto della cucina abruzzese trasmigrato in quella laziale».

Effettivamente, il comune di Amatrice ed altri comuni appartenenti a quello che una volta era il Circondario di Cittaducale, costituivano fino al 1927 una divisione amministrativa della provincia di Aquila degli Abruzzi. Andiamo per ordine: il circondario di Cittaducale venne soppresso nel 1926 e il territorio assegnato al circondario di Aquila, con l’esclusione dei comuni di Borgocollefegato (oggi Borgorose) e Pescorocchiano aggregati al circondario di Avezzano. L'anno successivo, per volere del governo fascista, il territorio dell'ex circondario andò a formare, insieme al circondario di Rieti (già parte della provincia di Roma) la nuova provincia laziale di Rieti.

Questa la suddivisione in mandamenti e comuni del Circondario di Cittaducale:

• mandamento di Cittaducale con i comuni di Cittaducale, Cantalice, Lugnano di Villa Troiana (aggregato al comune di Rieti);

• mandamento di Amatrice con i comuni di Amatrice e Accumoli;

• mandamento di Antrodoco con i comuni di Antrodoco, Borgo Velino, CastelSant'Angelo e Micigliano;

• mandamento di Borbona con i comuni di Borbona, Cittareale e Posta;

• mandamento di Borgocollefegato (oggi Borgorose) con i comuni di Borgocollefegato e Pescorocchiano;

• mandamento di Fiamignano con i comuni di Fiamignano e Petrella Salto;

• mandamento di Leonessa con Leonessa.

Sebbene oggi questi comuni siano diventati parte integrante del reatino, l’abruzzesità è rimasta viva nell'arte, nei costumi, nelle tradizioni e talvolta anche nel sentimento della gente.