Politica

‘Prosperococco entri in Consiglio’

«Il Sel aquilano vorrebbe Betty Leone come assessore alle politiche sociali, anche se nella sua lista ha preso meno voti di altri e sia chiaro che non ho nulla contro di lei. A rigor di logica democratica l’assessorato dovrebbe toccare a Giustino Masciocco e il posto di consigliere al secondo più votato in lista. Come elettore del Sel ho votato un candidato diversabile dalla signora Betty Leone che ha preso più voti di lei e questo mi fa pensare che alla fine, se vince chi prende meno voti, è inutile andare a votare e che, invece di prendere la mia sedia a rotelle, farla caricare in macchina, prendere freddo e andare al seggio, sarei potuto rimanere comodamente a casa». E’ il presidente della Uildm aquilana, Luca Fracassi, a dichiararlo in una durissima e amara nota a commento del voto nel capoluogo abruzzese, e -soprattutto- delle indiscrezioni che stanno circolando da qualche giorno sui nomi che dovrebbero entrare nella Giunta. Tra questi, Betty Leone.

Dalle cifre ufficiali pubblicate dall’Ufficio centrale si evince che, tra i candidati al consiglio di Sel, Giustino Masciocco ha ottenuto 281 voti, Massimo Prosperococco 141 e Betty Leone è la terza con 136 voti. «Sel, il Pd e Nichi Vendola si vantano spesso di essere moralmente superiori a Pdl, Lega, – prosegue Fracassi – ma questo dimostra che non è assolutamente così e anche loro se ne fregano del volere degli elettori. Credevo che il Sel fosse diverso e che avrebbe lottato per cambiare le cose ma evidentemente mi sbagliavo, ora diranno che vorrebbero Betty Leone per le quote rosa ma resta il fatto che ha preso meno voti e il disabile resterà fregato, un disabile ha forse meno diritti? L’Art. 3 della Costituzione non recita forse che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali? E che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese?».

«Qui non è una battaglia per il potere ma una vera guerra di principi, le donne saranno anche emarginate dalla politica e dalla società civile ma questo non gli dà il diritto di cambiare le regole democratiche in corsa a scapito di chi è ancora più emarginato e che prende pure più voti. Io non voglio le quote bianche per i disabili, perché non siamo e non vogliamo essere diversi e in politica dovrebbero contare le idee e il cervello non il fatto di essere uomo, donna, omosessuale o il fatto di poter camminare o no. Chiedo al signor Nichi Vendola, che sicuramente avrà provato cosa voglia dire essere emarginati e denigrati per la propria condizione fisica e/o sociale, di non permettere questo giochetto che non è reato, ma moralmente deprecabile e soprattutto profondamente ingiusto».

«Chiedo al sindaco Massimo Cialente – conclude il presidente Uildm dell’Aquila – di far entrare in Consiglio anche un disabile o se volesse far vedere di essere intenzionato a cambiare veramente le cose di mettere un disabile come assessore alle politiche sociali, che tra le altre cose, gli farebbe comodo per ricostruire una città adatta anche ai disabili, non come prima il terremoto quando, come disabile, non potevo neanche entrare nei locali pubblici come tutti gli altri ragazzi disintegrando di fatto la mia vita sociale. E da oggi in poi scordatevi il mio voto che tanto noi disabili vi facciamo comodo solo per qualche voto in più».

[url”Torna alla Home Politica”]http://ilcapoluogo.globalist.it/?Loid=156&categoryId=204[/url]